Suadente, e al tempo stesso severo, vellutato e compatto, profondo e affascinante, longevo e complesso, aggraziato e austero. Stiamo parlando di Sua Maestà il Brunello di Montalcino, uno dei pochissimi rossi italiani in grado di competere, per spessore qualitativo, capacità di invecchiamento, articolazione e ricchezza delle sfumature gusto-olfattive, con i maestosi nebbioli di Langa e, al di là dei confini nazionali, con i grandi rossi francesi.
Si degusteranno, in compagnia del suo “creatore”, tre diverse espressioni di quel Brunello definito da Hugh Johnson: “la forma più concentrata e longeva di Sangiovese esistente al mondo”, verificando come, in un quadro di sostanziale uniformità delle tecniche agronomiche e di vinificazione, la differenza tra un vino e l’altro sia definita, più che dalla cifra stilistica delle cantine, dalle caratteristiche dei suoli, dalle differenti esposizioni e dalla diversa età dei vigneti. In compagnia di Vittorio Fiore, uno tra i più prestigiosi interpreti del Sangiovese, ideatore di numerose etichette di culto, profondo conoscitore della viticoltura toscana e del territorio di Montalcino.